ALESSANDRO MAGNO PASSA IL GRANICO

Primavera 334 A.C. (Maggio)

 

Alla testa di 30.000 fanti e 5.000 cavalieri: 12.000 i macedoni inquadrati nella falange divisa in 6 battaglioni territoriali e 3 di ipaspisti (sendieri). La cavalleria era formata essenzialmente da macedoni, gli Hétairoi, i cosidetti «compagni» del re, erano circa 100 e tenevano il lato destro (più debole, più scoperto perché non difeso dallo scudo) della falange.

Qui vediamo il momento in cui dopo l'ingresso nel fiume di Filippo e Socrate ed alcuni esploratori con Aminta, sono seguiti da Alessandro con i più fidi compagni. A questo punto i Satrapi, Resace e Spitridate si lanciano alla testa di un contingente di cavalieri parti contro Alessandro. Alessandro ha perduto l'elmo sotto una valanga di colpi e, coperto da dito il «Nero», seguito dai fedelissimi Efestione, Nearco, Perdicca, Peucesta, Tolomeo, Seleuco e Lisimaco, travolge i persiani consentendo a Parmenione di attraversare con la falange il fiume dalle rive scoscese.

Si vede Alessandro così come ce lo tramanda Lisippo nel gruppo bronzeo eseguito poco dopo lo scontro, Bucefalo impennato e dietro il cavallo scosso così come vediamo dai bronzetti di Ercolano. Si stagliano in alto le spade macedoni, così come le abbiamo viste nelle tombe di Vergina, contro le sarisse dapprima verticali, poi inclinate e via via disposte contro il nemico. Si notano i cavalli greci con la criniera tagliata a spazzola, con il ciuffo tra le orecchie, legato da un nastro ed il ciuffo libero lungo il dorso, appiglio alternativo alle redini. Alessandro ha per sella una pelle di fiera. Sullo sfondo, oltre l'ala sinistra della cavalleria macedone, si vedono le ripide sponde del Granico, in alto fra le nubi fa capolino prospettico il «Sole delle battaglie». 

 Carlo Amadori

 

OPERA

 

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